Una frase razzista è un reato? Non secondo il diritto penale.

IL CASO

Di particolare attualità, considerata la rilevanza mediatica assunta, è il caso esploso nelle scorse settimane, riguardante i presunti insulti a sfondo razzista proferiti dal calciatore Francesco Acerbi nei confronti dell’avversario di origine brasiliana Juan Jesus, durante l’incontro di calcio Inter – Napoli.

A prescindere dalle decisioni degli organi di giustizia sportiva, da alcuni quotidiani è stata riportata l’ipotesi che della questione venga investito il Tribunale ordinario penale.


Ma cosa rischierebbe in questo caso l’accusato?

Dalla cronaca emerge che la frase incriminata, proferita dal difensore Neroazzurro all’indirizzo del calciatore del Napoli sarebbe stata: “vai via nero…sei un negro”.

Pur denotando un’evidente connotazione offensiva, una frase di tal tipo ricade nella fattispecie di ingiuria, originariamente prevista dall’art. 594 c.p., la quale, tuttavia, in seguito alla depenalizzazione conseguente all’entrata in vigore del D.lgs. n. 7/2016 del 15.01.2016 (c.d. decreto svuota carceri) non costituisce più reato, ma solamente un illecito civile, subordinato all’introduzione di un giudizio civile di risarcimento del danno da parte della vittima, la cui dichiarazione non sarà idonea ad essere considerata fonte di prova.


COSA PREVEDE IL CODICE PENALE

Da un punto di vista penale, pertanto, proferire una frase quale quella contestata in presenza della vittima non è reato, potendo invece configurarsi tale qualora la stessa venga pronunciata in pubblico, in assenza della persona insultata, essendo in tale ipotesi idonea a configurare il reato di diffamazione di cui all’art. 595 c.p.

La frase in esame è altresì idonea a configurare l’aggravante dell’odio razziale ex art. 604 ter c.p., qualora pronunciata durante la commissione di un altro reato.

Ad esempio se la frase viene proferita mentre si percuote un’altra persona provocandole lesioni, si configura il reato di lesioni personali aggravate dall’odio razziale, ma dire semplicemente “sei un negro di…”, senza però commettere altri delitti, non integra alcun reato penale.

Qualora, invece, l’indagato avesse pronunciato la differente frase “Ti faccio nero”, priva di contenuto razzista, quest’ultima risulterebbe potenzialmente idonea ad integrare la condotta tipica del reato di Minaccia, punita dall’art. 612 c.p.